Cambio dell’ora: cosa cambia effettivamente con il passaggio di un’ora in avanti
Il tanto atteso – per alcuni – e tanto temuto – per altri – cambio dell’ora, con il passaggio dall’ora solare all’ora legale, è definitivamente arrivato sui nostri orologi. E non solo: infatti, nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2017, allo scoccare delle 2 del mattino, le lancette dell’orologio si sono spostate di un’ora, “mangiando” così una piccola parte della nostra notte. E con ovvie conseguenze negative per tutte quelle persone che necessitano di un numero di ore di sonno congruo alle loro aspettative ed esigenze, fisiche ed emotive.
Ma cosa cambia, in sostanza, con l’ora legale? Non solo l’orario. Infatti, quando si parla di differenze tra l’ora legale e quella solare, si fa per lo più riferimento ad una necessità importante, che è quella di ottimizzare al meglio le ore di luce naturale. Pertanto, nell’ora legale, le lancette si spostano avanti di un’ora, perché c’è più bisogno di luce nelle ore serali e tendenzialmente di meno nelle prime ore del mattino. Ciò è una buona notizia per tutte quelle persone che amano uscire, fare lunghe passeggiate, e che amano in particolar modo utilizzare al meglio la seconda parte della giornata; non appare tanto come una bella notizia per tutti coloro che, al contrario, non vogliono dormire di meno.
Ma, in effetti, non si dorme affatto un’ora in meno: spostando in avanti le lancette di un’ora, infatti, si ha la sensazione di dormire di meno ma in realtà ci si andrà a coricare anche un’ora prima. Ed il resto, come sempre, lo faranno l’abitudine e l’orologio biologico di ognuno di noi.